wall street journal logoLa misteriosa passione del collezionismo di tappeti antichi abbandona la ristretta cerchia di amanti dell’arte antichità e si allarga a una fascia sempre più estesa di curiosi, come dimostra l’articolo apparso sul quotidiano della finanza di New York. Il Wall Street Journal ha rivelato che il tappeto blu con disegno a foglia, risalente al periodo di massimo splendore della corte iraniana del 17esimo secolo, è stato venduto la scorsa primavera dalla casa d’aste Christie’s per 9,6 milioni di dollari, cioè venti volte il prezzo di partenza. Questa è la somma più alta mai pagata per un tappeto, superando anche il tappeto del tardo ‘500 venduto da Sotheby’s diversi mesi fa alla cifra di 4,3 milioni di dollari.

Tappeto record battuto da Christie's

Infatti, fino a pochi decenni fa l’ossessione per i tappeti orientali di sultani ottomani o nobili europei e americani raramente raggiungeva le cifre di 2 milioni di dollari, mentre ora questi secolari tappeti provenienti da Turchia, Iran e Caucaso sono venduti a cifre altissime, solitamente riservate ai capolavori della pittura piuttosto che a rivestimenti per pavimenti.

La crescita delle vendite di questi preziosi tappeti è data da un numero sempre maggiore di collezionisti privati che cercano tappeti antichi per completare le loro collezioni con nuovi pezzi di valore, ma anche dalle istituzioni di vendita d’arte di tutto il  mondo, oltre che dai numerosi musei che stanno spingendo i prezzi al rialzo per costruire collezioni imperdibili di arte islamica.

I tappeti orientali sono generalmente classificati in base alle circostanze in cui sono stati realizzati, cioè se tessuti a mano da tribù nomadi, o realizzati in villaggi e città, o ancora se realizzati su telai in laboratori, e i prezzi salgono in base alla condizione di realizzazione. Quelli annodati nelle tribù o nei villaggi costano meno, da 2500 a 300 mila dollari, mentre i tappeti persiani realizzati in laboratorio nel corso del 15esimo e 16esimo secolo e dotati di disegni botanici e colori pastello sono quelli più popolari tra i collezionisti, per cui i loro prezzi hanno subito un’impennata fino a raggiungere diversi milioni di dollari.

Collezionisti di tappeti del passato e del presente

Le classi sociali più agiate collezionano tappeti orientali da secoli. Il re d’Inghilterra Enrico VIII possedeva centinaia di tappeti turchi, mentre il famoso psicoanalista Sigmund Freud era un appassionato di tappeti persiani, tanto da tenerne uno come drappeggio sopra il divano dove conduceva le sue sedute.

Sigmund Freud collezionista di tappeti persiani

Negli ultimi anni i migliori tappeti antichi sono venduti più come opere d’arte che come pezzi di arredamento, tanto che alcuni rivenditori di tappeti vendono più facilmente a prezzi elevatissimi tappeti di piccole dimensioni rispetto a tappeti di grande dimensione.

Sono sempre di più i collezionisti di tappeti privati, tra cui si trovano anche personaggi del mondo dello spettacolo, anche se il più appassionato collezionista è Jon Schreiber, un investitore di apparecchiature mediche di Oakland, in California, la cui missione è quella di accumulare la migliore collezione di tappeti antichi al mondo.

Negli ultimi tre decenni, infatti, ha rintracciato tappeti annodati due secoli fa dagli 85 gruppi nomadi elencati in uno studio del 1981 sui tessitori del Caucaso. Nessuno si era mai avvicinato tanto al raggiungimento dell’obbiettivo di riunire tutte le varietà di tappeti del Caucaso quanto il signor Schreiber che ha pagato fino a 225 mila dollari per ognuna delle 84 varietà di tappeti, rappresentanti le diverse tribù e sta intensificando la ricerca del tappeto appartenente alla 85esima tribù, il Girandola Kazak, un tappeto caratterizzato dalla forma a stella a quattro punte, proveniente dalla tribù dei kazaki, che vivevano nell’attuale capitale georgiana di Tbilisi.

Henry VIII collezionista di tappeti persiani

Dalla metà del ventesimo secolo i tappeti caucasici sono stati sempre più ricercati dai vari collezionisti, soprattutto americani, italiani e tedeschi, i quali cercano in particolare quei tappeti tessuti tra il 18esimo e 19esimo secolo dalle famiglie nomadi di pastori che dominavano le steppe e le montagne della moderna Armenia, Georgia e Azerbaigian. Particolarità di questi tappeti sono i colori usati, in particolare rosso geranio e blu indaco, e i loro disegni disseminati di simboli che augurano buona fortuna, oltre che alle tradizionali immagini sacre per le tribù.

L’articolo del Wall Street Journal costituisce un esempio del consenso nel mondo dell’arte da collezionismo ottenuto dai collezionisti di rari tappeti antichi. Anche questo portale di informazioni dedicato al mondo dei tappeti è un esempio concreto dell’apprezzamento pubblico dell’arte dei tappeti.

 

Questo articolo è stato inserito Friday 25 October 2013 alle 3:43 pm.
Argomento: Aste, Persiani.

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