Nessun tessuto si può paragonare, per lucentezza e luminosità, alla seta, usata da millenni dai cinesi per tessere abiti sontuosi, tendaggi, tappeti, arazzi ma anche opere d’arte dipinte su tale supporto. Di recente alcuni scienziati dello Smithsonian Museum Conservation Institute di Washington hanno sviluppato un metodo, veloce e affidabile, per datare la seta. Questa nuova tecnica si basa sulla Elettroforesi Capillare con Spettrometria di Massa (CE-MS), che consente l’identificazione di sostanze sconosciute e l’analisi in tracce di sostanze. È un metodo di grande potenziale per migliorare l’autenticazione e la datazione degli oggetti in seta conservati presso i musei e le collezioni di tutto il mondo.
La datazione sfrutta il naturale deterioramento degli amminoacidi della seta, processo noto con il nome di racemizzazione, per determinare l’età del manufatto. Infatti, con il passare del tempo, l’abbondanza di amminoacidi L, utilizzati nella creazione della proteina della seta, diminuisce mentre aumentano gli amminoacidi D, associati al deterioramento della seta. La misurazione del rapporto tra tali amminoacidi è in continua evoluzione, in quanto con il passare del tempo gli amminoacidi di tipo L si trasformando in amminoacidi di tipo D, permettendo di rilevare l’età di un campione di seta.
La misurazione di questo mutevole rapporto può essere, quindi, usata come un utile orologio scientifico che permette di rilevare l’esatta età di un campione di seta.
In luoghi controllati, dove le condizioni ambientali sono abbastanza costanti, come quelle di un museo, il processo di decomposizione della seta è piuttosto uniforme, rendendo il metodo di datazione molto affidabile.
Tale studio è stato portato avanti dallo scienziato Mehdi Moini che ha presentato i risultati da lui ottenuti con una pubblicazione sulla rivista Analitycal Chemistry dal titolo “Dating silk by Capillary Electrophoresis Mass Spectrometry”. Moini ha analizzato diversi tipi di campioni di seta provenienti da varie collezioni di musei europei e americani.
La squadra dello Smithsonian Museum ha utilizzato, infatti, campioni di fibre prese da una serie di manufatti in seta ben datati per creare un grafico rispetto al quale fosse possibile datare altri campioni.
Questa nuova tecnica richiede circa venti minuti di analisi e la distruzione di un campione di circa 100 microgrammi di fibra di seta. Per questo è preferibile alla datazione fatta in precedenza con il carbonio 14, che richiedeva una distruzione di molto più materiale, proibitiva per gli articoli in seta.
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