Il 18 novembre scorso è apparso un articolo sul Financial Times che parla del successo che negli ultimi anni hanno conseguito i tappeti orientali. I tappeti antichi, chiamati più comunemente orientali, hanno da sempre attirato l’attenzione di numerosi appassionati, ma fino a trent’anni fa, il mondo dell’arte ne ignorava il valore e il significato, considerando i tappeti semplici complementi d’arredo. Di recente, invece,  anche le grandi case d’asta mondiali hanno iniziato a mostrare un certo interesse verso questi tappeti, grazie ai record di vendita che sono stati raggiunti. Proprio l’anno scorso infatti, la famosa casa d’aste Christie’s ha venduto a Londra un tappeto orientale Kirman della metà del XVII secolo a un prezzo record di 6.2 milioni di sterline.

I tappeti orientali fatti a mano vengono spesso raggruppati sotto la denominazione di “persiani” anche se la maggior parte di questi proviene dall’Asia centrale, dalla Turchia, dalle montagne del Caucaso o dalla Persia, oggi chiamata Iran. La maggior parte di questi tappeti antichi risale al XIX secolo, comprende una serie di palette e di stili diversi, in quanto ogni villaggio o gruppo tribale produce i propri distinti disegni.

Negli ultimi anni è aumentato esponenzialmente il numero di collezionisti di tappeti antichi, i quali arrivano anche a decidere di appendere queste opere d’arte al muro, di fianco a dipinti, e non di posarle sul pavimento come se fossero dei semplici rivestimenti per pavimenti.

I tappeti antichi sono un grande investimento e stanno cominciando a vendere bene sia nel Regno Unito che in Europa, anche se un problema di fondo rimane: una volta usurati e danneggiati il loro valore diminuisce in modo drastico.

Proprio per questo motivo gli esperti sostengono che i tappeti venduti all’asta vengono molto più spesso appesi al muro poiché, in questo modo, è più facile conservarli. Infatti, se fossero posati sul pavimento, andrebbero incontro più facilmente a una veloce usura in quanto non vengono calpestati. La preparazione di un tappeto da appendere è relativamente semplice, ma deve sempre essere effettuata da un esperto che sia capace di non danneggiare i  tessuti. Il metodo più diffuso e tradizionale è quello di cucire una serie di anelli sulla parte superiore e inferiore del tappeto, in cui andranno poi inserite due barre di ottone che saranno poi fissate al muro. Per conservare un tappeto antico nel modo migliore bisogna tener conto anche dell’umidità. Infatti, l’umidità ideale per questi tappeti è del 65% circa. Abbassare tale livelli vorrebbe dire seccare la fibra di lana, mentre alzarla causerebbe la nascita di muffe.

Certo, appendere i tappeti antichi alle pareti non è il solo modo che i collezionisti hanno per conservare i loro tappeti in casa. Si sta diffondendo sempre di più, infatti, la moda di inserire i tappeti orientali sotto un piano di vetro nel tavolo della sala da pranzo.

Inoltre, con la recente apertura della nuova galleria islamica al Metropolitan Museum of Art di New York, si ipotizza che il valore dei tappeti antichi continuerà ad aumentare. Infatti, il poco riconoscimento di cui i tappeti orientali hanno sofferto in passato è stato, soprattutto, a causa  mancata esposizione. Ciò verrà ovviato con l’apertura della nuova galleria, che avrà di certo un grande impatto nel campo della vendita di tappeti antichi.

Questo articolo è stato inserito Friday 2 December 2011 alle 9:27 am.
Argomento: Persiani.

Nessun messaggio, Scrivi il tuo messaggio oppure Ping

Rispondi a “Per il Financial Times i tappeti antichi tornano ad essere un investimento record”