Il mercato dei tappeti e tessuti antichi è un settore piccolo e di nicchia, ma che permette l’incontro e il confronto tra mercanti e studiosi provenienti da tutto il mondo, per scambiarsi pareri e notizie sugli esemplari più belli e antichi.
A questo fine sono nate alcune fiere internazionali di tappeti e prodotti tessili antichi, che attirano ogni anno un pubblico proveniente da tutto il mondo, composto da mercanti, collezionisti e appassionati, curiosi e attenti alle novità di mercato di questi tappeti.
Fiere e mostre di questo tipo sono, ad esempio, il Sartirana Textile Show, che si tiene vicino a Pavia a Settembre ed è arrivato alla sua nona edizione, o la mostra dedicata alle sacche e alle borse tribali e da sella, novità di quest’anno e curata dall’architetto Alberto Boralevi, uno dei più raffinati esperti nel settore dell’antiquariato tessile.
Tra le occasioni più importanti per riflettere sull’importanza del tappeto, anche e soprattutto presso popoli e culture lontane da quelle occidentali, c’è sicuramente la mostra dedicata ai cosiddetti “tappeti di guerra” afghani, testimonianza materiale della terribile e apparentemente interminabile esperienza di guerra che ha coinvolto intere generazioni del paese.
I tappeti di guerra nascono, infatti, a seguito dell’occupazione sovietica del 1979 dei territori afgani e diventano strumento di propaganda, al fine di incitare la popolazione a combattere il nemico e a impugnare le armi contro gli invasori. All’inizio venivano intrecciati solo fucili Kalashnikov, bombe a mano, carri armati ed elicotteri, poi i tappeti iniziarono ad assumere una funzione di tipo celebrativo, raccontando la cacciata dei russi dal paese avvenuta nel 1989, e di propaganda, a seguito dell’attacco alle torri gemelle del 2001, anno in cui questi tappeti tornano in auge, anche a causa dell’occupazione anglo-americana del paese, continuando anche oggi ad essere prodotti dalle mani dei bambini afgani con nuove iconografie che inneggiano alla guerra ed al jihad.
L’organizzazione CooperAction Onlus, attraverso l’iniziativa “Calpesta la guerra”, una mostra itinerante che racconta la storia del paese e denuncia lo sfruttamento dei bambini, costretti a lavorare per poter mangiare e sopravvivere, e il mancato rispetto dei Diritti Umani per le donne e per i bambini. Inoltre, viene colta l’occasione per denunciare ancora una volta il conflitto che ha reso l’Afghanistan uno dei paesi più poveri del mondo.
I tappeti di guerra possono essere usati, quindi, per far conoscere ed approfondire il contesto socio-politico ed economico del paese attraverso eventi, convegni, pubblicazioni e seminari che l’associazione CooperAction organizza sia in Italia che nel resto del mondo, con lo scopo di raggiungere l’Afghanistan e individuare le associazioni femminili che si occupano di formazione professionale e di diritti dell’infanzia.
In Italia, CooperAction ha instaurato e consolidato rapporti con diverse ONG che hanno rapporti con le associazioni afgane, creando una rete di organizzazioni, italiane ed afgane, che lavorano costantemente per dar vita a nuovi progetti di sviluppo e di microcredito in Afghanistan.
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