Per la prima volta, con l’eccezione dei meravigliosi kilim disegnati per Christopher Farr a Londra nel ’92 (oggi ricercatissimi dai collezionisti), Romeo Gigli firma 8 tappeti maestosi, fino a 500 x 400 cm, in tiratura limitatissima, eseguiti nel celeberrimo Atelier Altai in Uzbekistan secondo tecniche millenarie di annodatura a mano.

“Tutti sanno che Romeo è genio, quello vero. Io l’ho sempre saputo. Ed ho giocato d’azzardo quando gli ho chiesto di disegnare 8 grandi tappeti in seta selvaggia: la materia assoluta, con il maestro dei maestri.

Solo lui poteva avvicinare colori di una intensità straordinaria, senza che questi potessero mai dirsi azzardati. Creare tappeti che sono quanto di più contemporaneo si possa pensare, ma nel contempo eterni.”

Così Carrieri, l’anima di Altai, descrive la genesi di questo progetto, che il 14 aprile a Milano sarà presentato in anteprima mondiale nella galleria Altai durante il Salone del Mobile 2010.

Una chicca: per evitare falsificazioni verrà inserito, fra i 1.260.000 nodi presenti in media su ogni tappeto, un nodo in platino la cui posizione sarà resa nota solo agli acquirenti, e depositata presso notaio. Una precauzione forse inutile, visti l’incredibile difficoltà tecnica della realizzazione, e la rarità della seta selvaggia uzbeca, da 2.000 anni considerata la migliore al mondo, ormai reperibile solo nelle vallate più remote della regione centro- asiatica.

Solo Altai, infatti, ha accesso a queste arcaiche manualità e materie, grazie alla ventennale frequentazione di quelle regioni alla ricerca degli ultimi tappeti nomadici antichi. Ricerche grazie alle quali può vantare le 16 maggiori collezioni, di tappeti primitivi inusuali, presenti oggi al mondo.

Questo articolo è stato inserito Friday 9 April 2010 alle 4:30 am.
Argomento: Aziende, Curiosità.

Nessun messaggio, Scrivi il tuo messaggio oppure Ping

Rispondi a “otto tappeti in seta selvaggia da Altai”